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Trento, 25 febbraio 2020
ACCESSo in SICUREZZA, NEI MESI INVERNALI,
DI STRADE FERRATE E PERCORSI D’ALTA QUOTA

Interrogazione a risposta immediata presentata da Lucia Coppola, consigliera provinciale di FUTURA

Il mese di febbraio 2020 è stato purtroppo teatro di due gravi incidenti mortali occorsi a due escursionisti nel tratto prima dell’inizio della ferrata delle Aquile sulla Paganella.  Il signor F.G., che ha ideato il tracciato, ha riferito agli organi di stampa che nei giorni scorsi aveva percorso il tracciato per tentare di frantumare il blocco di ghiaccio che ricopriva il cordino non riuscendoci, come gli era stato impossibile rompere la lastra di ghiaccio che si era formata all’inizio del tracciato coprendo il cordino di sicurezza.

Gli incidenti sopra citati non sono occorsi in ferrata ma poco prima, su un tratto molto ghiacciato. Buon senso vuole che le ferrate non dovrebbero essere affrontate nel periodo invernale se non da persone di grande esperienza, ma nonostante ciò molti escursionisti si cimentano in salite proibitive non consapevoli del rischio al quale vanno incontro.

Molti pensano di poter affrontare l’alta montagna senza preparazione e senza allenamento, ma ci vuole attrezzatura idonea e preparazione fisica, tecnica e mentale.

C’è chi sostiene che le ferrate nel periodo invernale andrebbero chiuse all’accesso, chi al contrario pensa che sarebbe un provvedimento inutile perché le transenne si possono superare e non sarebbe giusto privare gli esperti della possibilità di una arrampicata. Indubbiamente scalare le ferrate in inverno è fonte di grande soddisfazione e appagamento ma è chiaro che è meglio non avventurarsi in inverno lungo questi percorsi se non si è veramente allenati ed esperti.

Bisogna prendere in considerazione inoltre che, accanto alla perdita di vite umane, vi è il rischio che corrono i soccorritori per cercare di salvare o recuperare le persone in luoghi e condizioni atmosferiche spesso proibitivi e ai costi di tutta la macchina del soccorso.

In Trentino sono in grande espansione tutte le pratiche outdoor e non si  può certo  prescindere dal valore che rivestono le attività e sport  praticabili all’aperto sia dal punto di vista dell’appagamento personale che da quello economico,  tutto ciò però non deve avvenire  a discapito della sicurezza propria e altrui.

La Provincia autonoma di Trento si è sempre impegnata, assieme agli altri attori responsabili, a garantire la sicurezza dei sentieri grazie alla loro manutenzione, alla cartellonistica.  A tutela degli escursionisti non mancano le informazioni sui tracciati sui siti turistici locali, sulle guide turistiche e sulle cartine. Comunque, considerato l’alto numero di richieste di soccorso che vengono effettuate per escursionisti dispersi o incidentati lungo i nostri percorsi montani, si può probabilmente  fare di più. 

Cio premesso

interrogo il presidente della Provincia e l’assessore competente per sapere:

– come intendano affrontare, assieme a tutti gli attori coinvolti, il problema dell’accesso in sicurezza degli escursionisti ai percorsi di alta montagna trentini, soprattutto in inverno, quando le variazioni della temperatura facilitano la formazione di lastre di ghiaccio e quindi aumenta in misura esponenziale il pericolo;

– cosa ne pensano dell’ipotesi di chiudere l’accesso nei mesi invernali alle strade ferrate;

– se intendano incentivare delle campagne di informazione in merito alla percorribilità e ai pericoli di certi percorsi in montagna;

– se ritengano opportuno prevedere una cartellonistica più incisiva e dissuasiva per coloro che affrontano la montagna senza la dovuta preparazione.

 

      Lucia Coppola

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